Tasso di occupazione in Italia

Disoccupazione in calo in Italia, con un tasso che nel 2007 si è portato al 6,1 per cento (nel 2006 fu del 6,8), il livello più basso dal 1993. Resta forte il gap territoriale: al Sud la disoccupazione è ancora all'11,8 per cento (-0,3), mentre al Nord si attesta al 3,8. Preoccupa la forte crescita nel tasso di inattività (cioè di coloro che non cercano impiego), che in alcune zone del Mezzogiorno è del 50 per cento. A renderlo noto è l'Istat, che diffonde i dati completi della rilevazione sulle forze di lavoro nel 2007. L'analisi è divisa in tre capitoli. Li vediamo nel dettaglio.
Tasso di occupazione.
È il rapporto tra gli occupati e la popolazione tra i 15 anni e i 64 anni. Nel 2007 registra una lieve crescita, attestandosi al 58,7 per cento (+0,3 rispetto al 2006). Per quel che riguarda i territori, si registra qualche marginale modifica solo al Centro e al Nord, mentre i dati rimangono invariati per il Mezzogiorno. Nel dettaglio, Emilia-Romagna (70,3 per cento), Valle d’Aosta (68,1) e Trentino-Alto Adige (68) sono in cima alla classifica, sia per occupazione totale sia per attività femminile. I dati peggiori riguardano Campania (43,7 per cento), Sicilia (44,6) e Calabria (44,9). In tutte le regioni meridionali, poi, i tassi di occupazione della componente femminile risultano modesti e comunque inferiori alla media nazionale. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria la quota di donne tra i 15 e i 64 anni occupate è circa la metà di quella dell’Emilia-Romagna. Nel Mezzogiorno, solo l’Abruzzo, con il 71,4 per cento, manifesta un tasso di occupazione maschile superiore alla media (pari al 70,7 per cento). In Calabria, Campania e Sicilia sono occupati circa sei ogni dieci uomini tra i 15 e i 64 anni; in Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige poco meno di otto.
Tasso di disoccupazione.
È il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e la forza lavoro. Nella media del 2007 tale valore si posiziona al 6,1 per cento, 7 decimi di punto in meno in confronto al 2006. Nello stesso periodo, ricorda l'Istat, la media nell’Unione europea è risultata del 7,1 per cento. Le regioni con il tasso di disoccupazione più alto sono Sicilia (13,0 per cento), Campania, Puglia e Calabria (11,2 per cento); il tasso più basso si rileva in Trentino-Alto Adige (2,7 per cento), Emilia-Romagna (2,9 per cento) e Valle d’Aosta (3,2 per cento). Al calo di questo valore, precisano i ricercatori, non corrisponde una riduzione dei divari territoriali, che permangono molto ampi: in Sicilia, ad esempio, l’indicatore è quasi cinque volte più elevato che in Trentino Alto Adige. Rispetto al 2006, la graduatoria regionale resta invariata. Nella disaggregazione per genere, il primato negativo è della Sicilia, sia per la componente maschile sia per quella femminile.
Tasso di inattività.
È la percentuale di popolazione che, pure in età da lavoro, è fuori dal mercato (per scelta o per mancanza di possibilità). Nel 2007 si è attestata al 37,5, due decimi di punto in più rispetto al 2006. Le regioni con il tasso più alto sono quelle meridionali, in cui alla discesa della disoccupazione si associa un aumento delle cosiddette "non forze di lavoro". In particolare, in Campania, Calabria e Sicilia sono inattive quasi cinque persone in età lavorativa su dieci. Le regioni in cui si registrano tassi d'inattività più bassi sono Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Rispetto al 2006, l’aumento di inattività riguarda soprattutto la Calabria e, in misura inferiore, Campania e Basilicata. L'inattività femminile è particolarmente elevata nel Mezzogiorno, dove è sempre superiore al 50 per cento, con il picco del 67,3 in Campania, e risulta in crescita. Anche per gli uomini i tassi di inattività delle regioni meridionali sono superiori al dato medio nazionale.
(tratto da
www.rassegna.it)

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